lunedì, gennaio 15, 2007

Fili in sospeso, capitolo decimo

10.

Grazie, ho passato una serata veramente meravigliosa. Ma non è questa.

(Groucho Marx)

Quando finisco di parlare, per qualche secondo c'è solo silenzio. O meglio, nessuno di noi due dice niente, perchè di silenzio proprio non si può parlare con la discoteca fuori, il piano-bar dentro e cinque o sei gruppi di ragazzi seduti ai tavolini, che vociano per superare il rumore.

Poi Giorgia mi risponde. "Ti credo." dice, e fa una pausa.

"In passato non mi sono fidata di te, molte volte..." comincia, "...ma stavolta. Che senso avrebbe dirmi tutto questo se non fosse vero?"

"Già." ribatto un po' amaro. "Che senso avrebbe?"

"C'è una cosa alla quale ho pensato spesso." continua. "Sono giunta alla conclusione che l'amore, l'amore eterno intendo, quello che dura tutta la vita, esiste davvero. Per quante persone si possa conoscere, amare, solo una è quella che ti prende, che ricorderai sempre. Ma non è detto che è quella con la quale passerai tutta la vita, se Nostro Signore non vuole. A volte Lui desidera che siano altri ad accompagnarci, a vivere al nostro fianco, e allora dobbiamo fare la volontà di Dio, quello che Nostro Signore ha deciso che sia per il nostro meglio..."

'Vi abbiamo trasmesso 'Parola e Vita: il Vangelo della Domenica'' penso. Già al primo 'Nostro Signore' ho voglia di mostrarle la mia abilità nell'inanellare rosari di bestemmie di tutti i tipi, ma ascolto l'omelia in silenzio, annuendo durante le pause.

Gianni e la sua ragazza arrivano in quel momento, e mi impediscono di chiedere a Giorgia l'applicazione pratica della sua teoria, di sostituire nomi e cognomi a quelle variabili definite come 'amore eterno', 'persone', 'altri'.

"Oh. Biondo." mi fa Gianni. "L'hai sentito?"

"Che?"

"Ci sono i carabinieri col palloncino a cento metri da qui."

"Camadò!" esplodo, e mi scuso subito con Giorgia, anche se ora mi sento meglio, più leggero. Ne avevo proprio bisogno.

"E ora che si fa?" gli chiedo. "Io sto bene, un c'è problemi, ma con tutto quello che s'è bevuto l'etilometro si fa saltare per aria."

"Bisogna trovare qualcuno astemio che guidi. Io son digià d'accordo con Mario."

"Marco non beve" interviene Giorgia.

'Ti pareva.' penso, però è proprio quello che ci vuole. Ci dirigiamo all'esterno. Faccio andare avanti Giorgia di una decina di passi, poi la seguo. Appena fuori vedo Marco sempre seduto al tavolo in compagnia del mio giubbotto. Giorgia gli sta già spiegando il problema.

"Va bene" dice Marco. "Se ci sono i carabinieri guido io."

Sistemata la faccenda del ritorno Giorgia si mette a sedere al tavolo ed io vado verso la pista da ballo. Ballo scoglionato per qualche minuto, poi esco dalla pista piena di gente e mi siedo su una panca di legno, accanto a Matteo, in crisi perchè non riesce a trovare nessuno abbastanza sobrio da guidargli l'auto.

"Te chi hai trovato?" mi chiede.

"Marco. Già che c'è, almeno che si renda utile."

"E' anche astemio, eh?"

"Già. E' astemio, va in chiesa, è bravo all'università e quando si leva gli occhiali vola in cielo con una calzamaglia rossa e blu e una 'S' gialla sul petto. Di cognome fa Clarkent. Vaffanculo lui e la maiala di so' ma', quella bucaiola!"

Matteo si mette a ridere.

Davanti a noi, in alto sull'altro lato della pista, le luci stroboscopiche lampeggiano da una decina di minuti, facendo sembrare tutto quanto, ballerini in pista e brasiliane sui cubi, gente che guarda e gente che beve, come un film al rallentatore.

Arriva Gianni, con un bicchiere di vodka alla pesca e nuove notizie.

"Oh!" ci dice, mentre si abbassa verso di noi. "Ho parlato col padrone. I caramba sono andati a dirgli che avevano già fermato diverse macchine, e che tenevano il posto di blocco per un'altra mezz'ora, poi se n'andavano in caserma."

"Che si fa? Si prova a tornare a Castagno?" chiede Matteo, che ancora non è convinto.

"Te fa' come ti pare." gli dico. Guardo l'orologio, sono quasi le tre di notte. "Io mi son rotto i coglioni e comincio ad avere anche un po' di sonno. Ora vò al tavolo e gli dico che guido io, se voglian tornare a casa bene, se no s'attaccano."

Mi alzo e vado in direzione dei tavolini. Giorgia è seduta accanto a Marco e poggia la testa sulla sua spalla destra. Il mio giubbotto è ancora lì, sullo schienale della sedia davanti a loro.

"Allora si va." avverto, mentre agguanto il giubbotto e me lo infilo addosso. "I caramba si sono levati, sicchè posso guidare io."

"Come fai a saperlo?" mi chiede Marco. "E se poi ci sono ancora?"

"Che fai, porti male? Te un ti preoccupare, sono tornati in caserma." rispondo, e intanto mi tocco mentalmente le palle. "Comunque," dico rivolto a Giorgia, "puoi sempre recitare una preghiera."

"La puoi recitare anche tu." risponde zittita.

"Meglio di no, se no si trova i NOCS invece che i carabinieri."

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Allora Biondo come va! è una vita che non ci si vede e ci si sente non ci siano enornìmi cosa da raccontare ma tant'è che mi mancano le nostre estati alla Veranda a fare i saggi della montagna e tagliare e cucire vestitini per tutti!!!! Mi piacerebbe rimettersi in contatto anche solo via blog e quindi ti scrivo qui. Ah scusa non ti ho detto chi sono ma sicuramente lo avrai già capito da solo visto che nel capitolo 8 hai per così dire urlato il mio nome.
Ciao Stoppa un bacio grosso grosso

preacher ha detto...

"i saggi della montagna"....
:-)

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bònaaaa!