venerdì, dicembre 07, 2007

MONO n. 2: ...dentro la bottiglia

Sul n. 2 di MONO, la rivista semestrale della Tunuè che pubblica storie di una tavola di autori esordienti e non, è apparda questa storiellina scritta da me dopo aver visto, durante le feste natalizie, uno strano suonatore sotto i portici di Torino.
I disegni sono di Riccardo Burchielli (DMZ, Garrett, John Doe), che ha realizzato un lavoro splendido, ritagliandosi il tempo per farlo tra le varie scadenze per il suo lavoro con la Vertigo.

Grazie Ricxx!!!!

giovedì, novembre 29, 2007

lunedì, settembre 03, 2007

ècsenprovans

Daniele Tomasi, ottimo disegnatore ed editore (qua trovate il suo sito), e persona adorabilissima, ha fatto una breve vacanza in Francia.
Già il fatto che Daniele vada in vacanza è una notizia visto che è lo stakanovista più stakanovista esistente al mondo, ma questo post non vuole glorificare le sue (meritatissime) ferie, quanto il fatto che ad Aix-in-Provence abbia visto l'insegna di un negozio ed abbia pensato (a ragione) che l'avrei apprezzato.

Ecco qua l'insegna di questo simpatico ristorante italiano:


un grazie a Daniele per il pensiero. anche se da quando ho visto la foto mi arrovello pensando al menu che offre questo ristorante ai suoi clienti..... brr, non voglio pensarci....

giovedì, agosto 16, 2007

Fili in sospeso, epilogo

21 luglio 1994

La vita non ha trame, sottotrame e svolgimenti. E' solo una grossa raccolta di finali sfilacciati e fili in sospeso che non vengono spiegati mai.

(Grant Morrison)

Dò la scusa al caldo del fatto che oggi non sono riuscito a combinare nulla: qualche appunto per la tesi, qualche pagina letta qua e là, ma niente di concreto.

Nel pomeriggio, stanco di cincischiare fra le fotocopie, ho aperto il cassetto della scrivania e ci ho rovistato dentro. Fotografie, cartoline, libri di storia, sociologia e dottrine politiche sui quali ho passato mesi a preparare esami, poi, quasi sul fondo, dentro una busta di plastica trasparente, le lettere di Giorgia. Non tutte, solo le ultime, quelle dell' '88. Le altre le ho buttate strappate bruciate chissà quanto tempo fa.

Ho preso le lettere e ho cominciato a leggerle, seduto in mutande sul pavimento. Nella busta, insieme alle lettere, un dépliant dell' Hotel La Nidiola a Riccione, delle foto fatte sulla spiaggia insieme a lei, l'indirizzo di Caroline scritto su un pezzo di carta strappato da un giornale.

Adesso, dopo cena, sono in terrazza, appoggiato alla balaustra, con in mano un bicchiere di spumante. Guardo le case dall'altra parte della strada, il viale alla mia sinistra illuminato dai lampioni, e, sullo sfondo, lontane, le luci del centro di Firenze. Se fosse giorno vedrei anche il campanile di Giotto e il Cupolone.

Alzo il bicchiere verso l'alto per qualche secondo, brindo in direzione di un vuoto che non è mai stato così pieno, e bevo lo spumante tutto d'un fiato.

Se questa storia avesse una fine, questa potrebbe andare bene.





Firenze, 10 novembre 1994 - 27 settembre 1995

Lastra a Signa, aprile - settembre 1999

Fili in sospeso, capitolo diciassettesimo

17.

"Se Dio mi voleva in pace, ci avrebbe pensato lui."

(Chris Penn: "Fratelli")

Marco è ancora al flipper, gli altri bestemmiano da più di un'ora giocando a ventuno, e ancora nessuno si è avvicinato al tavolo vicino al muro della casa del popolo dove ci siamo seduti io e Giorgia. Il mio accenno a Caroline l'ha turbata, così cerco di sminuire il suo commento, scherzandoci sopra. "Sì, vabbè, sono stato un po' figlio di puttana, ma addirittura i tre giorni più brutti della tua vita, mi sembra esagerato...."

"Comunque," mi dice Giorgia cambiando discorso, " so che si è fidanzata. Però non con il camionista."

Il camionista? Cerco di fare mente locale, poi ricordo: Caroline, così dolce e sensibile, così "francese", era innamorata di un camionista di vent'anni, me ne parlò anche in una delle sue lettere. Le donne, valle a capire.

"E poi cosa c'entri tu? Non è certo colpa tua." continua.

Mi trovo spiazzato. "Cosa?"

"Di quei tre giorni." Giorgia comincia a riprendersi dal breve turbamento di prima.

"In che senso?" le chiedo, anche se un barlume di comprensione comincia ad illuminarmi.

"Nel senso che non sono stati i giorni più brutti della mia vita per colpa tua. Non te ne prendere il merito." Mentre parla il suo sguardo si abbassa da me al tavolo di plastica bianca.

"Sì, e Gesù Cristo è morto di sonno." rispondo.

"Come?"

"Nulla, lascia perdere." Poi continuo: "Diciamo allora che a quell'epoca avevo una visione un po' ristretta dei rapporti fra persone, e che nella mia mente pensavo che provandoci con Caroline tu avresti sofferto, così mi sarei vendicato di quando sei andata con Matteo."

"Ancora con quella storia." sbuffa. "Ma ora sono cambiata. Ho capito i miei errori."

"Già, lo so." le ghigno, sarcastico. "Ora sei diventata una ragazza seria..."

"Infatti. Poi tu da me volevi soltanto una cosa...."

"No!" la interrompo. "Volevo ANCHE quella cosa, è diverso."

"...invece Marco mi rispetta." termina Giorgia, arrossendo all'istante.

Realizzo dopo un attimo il significato della frase. 'Naaaa,' penso, 'non è possibile. Ha ventitre anni. Stanno insieme da più di cinque anni....' La guardo, il rossore sta scomparendo, ma è ancora imbarazzata.

Rimango muto per un attimo. Devo cambiare discorso. "Pensavo.... Quei quaderni che usavi come diari...."

"Cosa?"

"Ce li hai ancora?"

"Sì, certo... Ogni tanto li prendo, li rileggo..."

"Sarei curioso. Mi piacerebbe leggerli... Leggere cosa scrivevi, come sentivi, come vivevi quello che ci... che ti succedeva..." Mi fermo per un attimo. "Dobbiamo restare in contatto. La prossima volta che ci vediamo, se vengo io a Bologna, se vieni te quassù, mi farebbe piacere..."

"Volentieri." mi dice. Sembra quasi contenta della mia richiesta.

"C'è scritto proprio tutto?"

"Tutto."

"Anche quando sono venuto a Bologna in treno, con Carlo, Matteo, Tommaso..."

"Che ho fatto?" dice Tommaso, in piedi sulla porta dietro di me, con un bicchiere di birra in mano.

"No, nulla." gli rispondo, girandomi verso di lui. "Si diceva di quando s'andò a Bologna in treno."

"Ah. Me lo ricordo." Dietro a Tommaso, che blocca l'uscita, spunta Marco. Tommaso si sposta e Marco esce, per mettersi a sedere di fronte a noi.

"Fra poco andiamo." annuncia a Giorgia. Lei annuisce.

"E la partita com'è finita?" chiedo a Tommaso.

"S'è vinto io e Matteo. Pennellino tirava dei moccoli..." Si sposta dalla porta e, appoggiata una sedia al muro, accanto a me, si mette a sedere.

Come se fosse stato chiamato Gianni spunta fuori dal bar, anche lui con una birra in mano. Lo guardo e sorrido. "Che hai perso?" gli chiedo.

"Camadò, un m'è entrato nemmeno una carta"

"Eeh, che tu ci vuoi fare...", comincio, interrotto dalla mano di Giorgia che mi stringe il braccio. Lascio perdere la discussione e mi volto verso di lei.

"Noi andiamo" mi dice.

"Digià?" le chiedo.

"Dobbiamo passare a salutare Carlo e Cristina." mi risponde Marco. "Poi a casa di suo nonno..."

"E tornare a Bologna." conclude Giorgia.

Come passa il tempo: mi sembrano pochi minuti che l'ho rivista e la sto già salutando.

Le chiacchiere sono state interrotte per permettere di scambiarsi i saluti. Marco si alza dalla sedia e porge la mano verso Tommaso, poi a Gianni e a Matteo. Io bacio Giorgia sulle guance. "Scrivimi qualche volta." le dico.

"Scrivimi tu." mi risponde. "Così mi dici come hai passato mercoledì prossimo." Mi fa un sorrisino complice.

Mercoledì prossimo. Dieci anni che la conosco. "Te lo posso dire anche subito.", le dico, "Prendo un bicchiere di spumante, vado in terrazza e brindo."

"Sarebbe bello, ma non lo farai."

"Vuoi scommettere?"

Marco si avvicina, la mano tesa. Mi volto e gliela stringo, sorridendo. "Tornate qualche volta quassù."

"Dipende da lei." risponde, indicando con la testa verso Giorgia, ancora accanto a me.

"A Natale sicuramente." mi dice.

"Allora ci vediamo."

"Già. Ci vediamo."

Ancora qualche altro ciao buttato a questo e a quell'altro, poi si incamminano verso l'auto, scomparendo al di là dei cespugli che dividono la Veranda dalla strada.

"E di nuovo punto e a capo."

"Come?" mi chiede Matteo.

"No, nulla, pensavo." rispondo distratto. Cammino in direzione del tavolo dove tutti sono tornati a sedere.

"E a che pensavi?" insiste Matteo.

"Cazzi miei. Che si fa stasera?"

lunedì, agosto 13, 2007

Ricorda....

Lettore assiduo o arrivato casualmente su questo blog, ricorda:

lunedì, agosto 06, 2007

Fili in sospeso, capitolo sedicesimo

16.

"Quando incomincio a comportarmi come un cretino, niente al mondo può trattenermi."

(Orson Welles: "La signora di Shangai")

"Giorgiaaa!"

Niente.

Riprovo: "Giorgiaaa!" Sento aprire una finestra su al secondo piano dell'abitazione, poi si aprono le persiane e si affaccia Caroline.

"Adesso scendiamo." mi dice, poi chiude di nuovo persiane e finestra.

Sono quasi le nove di sera e mi trovo nel cortiletto interno sul quale si affaccia il retro della casa dei nonni di Giorgia.

La scarpinata sul Falterona e il conseguente sonno arretrato sono già stati archiviati con una dormita di un paio d'ore durante il pomeriggio, Serena è stata portata a casa dalla madre, Carlo e Alessandro sono tornati a Firenze e ora devo soltanto aspettare che Caroline e Giorgia scendano da casa per cominciare a ronzare intorno alla francesina. Non ho molto tempo, fra due giorni vanno via e sicuramente non rivedrò mai più Caroline, quindi tutto deve essere rapido.

La porta si apre ed escono.

"Buonasera mie belle signorine." dico, esibendomi in un inchino esagerato, come Arlecchino servitore di due padroni, con la gamba sinistra allungata dietro, la destra appena piegata e il braccio sinistro alzato sopra la testa con la mano che svolazza creando cerchi immaginari nell'aria.

Giorgia ha una maglia scollata nera e pantaloni, neri anche questi, in vita tiene legato un maglione bianco, di cotone. Caroline ha una gonna pantalone, una maglia con sopra dei ghirigori strani e colorati, roba francese di sicuro, e un giubbotto di jeans. Scendono dal marciapiede ed io mi metto in mezzo a loro, abbracciandole in vita. Ci incamminiamo verso il Borgo, chiacchierando della notte passata nel bosco.

"Ti sei divertito?" mi chiede Giorgia.

"Hm....ssì." le rispondo, un po' dubbioso. "Insomma, abbastanza. C'è stato qualcosa di buffo, però non è che ne avessi tutta quella voglia, di andare su." Le guardo tutte e due, prima Giorgia poi Caroline, e continuo. "Ormai era tutto fissato, e doveva venire anche quella rompicoglioni della Serena, se no un c'andavo mica più."

"Perchè?"

"Così. M'era passata la voglia." Guardo Giorgia con uno sguardo eloquente, sottolineato da un sorrisetto malizioso.

Giorgia cambia discorso e mi chiede: "Cosa facciamo stasera?"

"Boh! Unn ho voglia di muovermi tanto stasera, son tutto stronco. Si potrebbe andare alla chiesina." Poi decido di rovinare tutto. "Oppure potremmo andare all'albergo." propongo, e guardo Giorgia con occhi cattivi. "Sul dondolo, eh? Che te ne pare? Può essere un'idea."

Giorgia si ammutolisce e fissa la strada davanti a noi.

Mi volto verso Caroline. "Te dove preferiresti andare?"

"Non so" si schermisce. Ha capito che quello che ho detto ha ferito Giorgia. "Non conosco... i luoghi."

"Vabbè" le dico, sorridendo. "Decideremo tutti insieme, dopo."

Il popolo, o almeno una sua parte, ha deciso: chiesina. Alcuni sono ancora stanchi, così il gruppetto di gente che attacca la salita che porta prima in Piazza della Rota e poi alla chiesina non è nutrito come sempre. Oltre a me, Giorgia e Caroline, ci sono Gianni, Giampiero e Luana, Tiziana e Laura, Antonio e Tommaso.

Arrivati alla meta Giampiero si allontana in direzione dell'unico lampione che illumina strada e chiesina, gli tira un calcio poco sopra la base e lo spegne. Per una decina di minuti ci sarà un po' di buio, poi qualcuno gli darà un'altra pedata.

Saliamo i gradini che portano al portico della chiesa e ognuno sceglie il proprio posto sul muricciolo. I più ambiti sono quelli accanto alle colonne, dove è possibile appoggiare la schiena, e di solito ci sono le corse per accaparrarseli, ma stasera siamo talmente pochi che alcuni rimangono vuoti. Io e Caroline ci sediamo sui gradini della porta della chiesa, vicini a dove si sono sistemati Giampiero e Luana. Giorgia si mette accanto a me, in silenzio. Gli altri sono distribuiti fra le colonne della parte destra del portico, quella che dà verso la strada. La parte sinistra, che fa da confine al giardino di una villetta e che di notte resta al buio anche con il lampione acceso, e per questo è particolarmente ricercata da coppie in vena di effusioni, è rimasta vuota.

"Allora, si fa un giochino?" propone Tiziana.

"Vai, rieccoci coi giochini." sbuffa Tommaso.

"Oh!" dice Giampiero nell'oscurità, per attirare l'attenzione. "L'estate è quasi finita. Si fa il gioco della verità, almeno si scopre gli altarini di quest'anno."

"Va bene," gli rispondo, "però ti si sputtana anche te, hai capito?"

" Hm... M'importa una sega, tanto chissà che ci sarà da sapere. Si comincia?"

"Oh, la verità mi raccomando. Chi comincia?"

"Quello che risponde alla domanda, fa la domanda successiva." dice Tiziana. "Comincia te, Tommaso."

"Allora.... Luana... C'è una cosa che un ci riesce di capire: come t'hai fatto a metterti con Giampiero?"

"Così... E' simpatico, poi ha insistito tanto.."

"E poi sono il pezzo meglio." dice Giampiero gongolando.

"Sì, di merda." interviene Gianni, appoggiato al muro della chiesina, con le gambe distese sul muricciolo che arrivano fino alla prima colonna.

Luana: "Zitti. Ora sta a me." Pausa di riflessione. "Antonio... Ti piace la Francesca?"

"Via! Lei un c'è." risponde imbarazzatissimo.

"Che c'entra?" gli dico. "Te tu ci sei, la domanda l'ha fatta a te."

Antonio, titubante, risponde: "Sì, mi garbava, ma c'ha già il ragazzo." Poi, senza neanche pensarci: "Lorenzo."

"Vai, lo sapevo."

"Chi ti piaceva quest'anno?"

"Tutte, come sempre. E come sempre unn ho raccattato nulla." Guardo Giorgia e continuo: "A parte la solita zuppa. Come sempre."

Il lampione si sta lentamente riaccendendo, e vedo il viso di Giorgia che si fa teso, gli occhi che lanciano frecce incendiarie verso di me.

"Ora tocca a me." dico. Faccio finta di pensare per qualche secondo, poi sparo la bomba: "Giorgia, ascolta. Ho sentito dire che tu fai le pipe, che è vero?"

Giorgia si alza dal gradino di scatto e va verso il lato sinistro del portico, si mette a sedere sul muretto con le gambe penzoloni nel giardino della villetta, la schiena rivolta verso di noi.

"Allora." insisto. "Rispondi."

"Via!" mi dice Luana. "Smettila di fare lo stronzo."

Guardo nella sua direzione e le rispondo, a bassa voce: "Ho appena cominciato." Sto per dare il colpo finale, essere figlio di puttana fino in fondo e chiederle se posso avere una risposta da lei o devo andare da Matteo, quando Caroline, rimasta accanto a me, mi stringe il braccio destro con la mano. Mi volto verso di lei. "Basta." mi dice. "E' arrabbiata." Ha ragione, meglio smettere.

Per distrarre l'attenzione dal silenzio imbarazzante che ho creato, Tommaso si alza. "Vò a spengere il lampione." dice, e attraversa il portico in direzione dei gradini.

"Lascia fare." gli risponde Giampiero. "Un po' di luce ci vuole." Allora torna a sedere, sbuffando. Un istante di silenzio scende sotto il portico a congelare l'atmosfera tesa, poi ognuno comincia a parlare col vicino, tranne Giorgia e Gianni, soli ai lati opposti della chiesina, una a fissare il giardino buio della villetta, l'altro a guardare la strada illuminata dal lampione.

Caroline mi guarda stupita. Questo sviluppo improvviso l'ha turbata. "Perchè sei stato... così cattivo?" mi chiede.

Bella domanda. Ci penso un attimo, poi rispondo: "Perchè lei è stata cattiva con me." 'Bravo,' penso, 'scarica la responsabilità su di lei. Bel figliol di troia che sono.'

Giampiero mi chiama: "Biondo!", interrompendo il corso dei miei pensieri. "Biondo!", ripete.

"Che c'è?"

Indica con la testa in direzione di Giorgia. "Vai a consolarla." mi dice a bassa voce.

"Io? M'import'una sega." Sottolineo le mie parole indirizzando gli occhi su Caroline. Poi guardo oltre Giampiero, verso Gianni. "Mandiamoci lui." gli dico.

"Chi? Pennellino?"

"Già. Mi ricordo che alla Giorgia piaceva. Anzi, secondo quello che m'ha raccontato, quando s'andò a conoscerla era proprio persa per Gianni."

Giampiero si volta e lo chiama: "Gianni!"

"Oh!"

"Vai dalla Giorgia."

"Mandaci il biondo."

"No no!" gli rispondo. "Vai te, un ti preoccupare."

"Ma..."

Giampiero si alza, si avvicina a Gianni e gli mette una mano sulla spalla. "Ascolta." gli sussurra ad un orecchio. "Che ci vai da solo o ti ci devo portare a calci in culo?"

Pennellino si alza, toglie la mano di Giampiero dalla spalla e si incammina verso Giorgia. Quando arriva da lei si abbassa e le dice qualcosa nell'orecchio. Giorgia si sposta e Gianni si siede accanto a lei. Perdo interesse e ricomincio a parlare con Caroline.

Dopo qualche minuto Caroline, che per parlare con me deve guardare in direzione di Giorgia e Gianni, ai quali do le spalle, sgrana gli occhi improvvisamente. Sta guardando dietro di me, stupita, così mi volto. Gianni ha abbracciato Giorgia, e la sta baciando.

"Mais, mais..." balbetta Caroline, gli occhi spalancati. Sospiro sconsolato, scuotendo la testa. Giorgia appoggia la testa sulla spalla sinistra di Gianni. Mi volto di nuovo verso Caroline e la guardo abbacchiato, come un cucciolo abbandonato. "Speravo che questa fosse la volta buona, invece.... E' sempre la stessa..."

'Vai biondo!' penso. 'E' fatta!'

E invece non è fatta per nulla. Nonostante l'esca sia quella giusta non succede niente fra me e Caroline, e la colpa è mia. Senza neanche rendermene conto comincio a parlare di Giorgia, da quando l'ho conosciuta ad ora, e di quante volte le abbia detto che l'amo e delle altrettante volte che lei mi ha risposto di non crederci... A questo punto l'esca è stata vista e mangiata, ma il pesce si è sfilato dall'amo senza restarci agganciato. L'unico risultato che ho ottenuto è stato quello di far andare Giorgia con Gianni. Sono veramente un genio.

In un lampo sono quasi le undici e mezzo e per loro scatta il coprifuoco, così io e Gianni le accompagnamo a casa. Stiamo camminando quasi in fila indiana, con Giorgia davanti in silenzio, Gianni dietro di lei, mani in tasca e spalle ingobbite, e per ultimi io e Caroline.

Questo silenzio mi imbarazza, soltanto noi che camminiamo, tutti e quattro con le scarpe da ginnastica, così che non c'è neanche il rumore dei passi a farci compagnia. 'Devo dire qualcosa.' penso. 'Qualcosa di cattivo, di... di gratuito, ecco.'

Guardo la schiena di Gianni davanti a me. "Allora, Pennellino, t'è piaciuta?"

"Che?" mi chiede, senza voltarsi.

"La pomiciata, che domande! Che te la ricordi la pubblicità dell'aranciata?" Faccio una pausa e comincio a canticchiare il jingle della San Pellegrino: "E', la prima volta che, tu offri un'aranciata..."

Giorgia si volta di scatto. Sta piangendo, e tutti ci fermiamo a guardarla. "Stronzo!" mi urla. Poi comincia a correre verso casa.

Gianni e Caroline mi guardano in silenzio. Mi stringo nelle spalle e cerco di sorridere. "Avrà le mestruazioni." dico, e ricomincio a camminare.

lunedì, luglio 30, 2007

Imparate....

eh sì, oggi è una giornata così.....


O italiani che usate abbracciarvi l’un l’altro, e prendere tutto in facile, e veder tutto roseo, e tutto quel che fate lo gabellate per eroico, e vi credete virtuosi, e avete la bocca piena di libertà mal masticata, e pensate tutti a un modo, sempre, e non v’accorgete di esser pecore tosate.
O italiani che non amate la verità, e ne avete paura. Che implorate giustizia, e non sognate se non privilegi, non invidiate se non abusi e prepotenze, e una cosa sola desiderate: esser padroni, poichè non sapete essere uomini liberi e giusti, ma o servi o padroni.
O poveri italiani che siete schiavi non soltanto di chi vi comanda, ma di chi vi serve, e di voi stessi; che non perdete occasione alcuna di atteggiarvi a eroi e a martiri della libertà, e piegate docilmente il collo alla boria, alla prepotenza, alla vigliaccheria dei vostri mille padroni:
imparate dunque dai toscani a ridere in faccia a tutti coloro che vi offendono e vi opprimono, a umiliarli con l’arguzia, il garbato disprezzo, la sfacciataggine allegra e aperta.
Imparate dai toscani a farvi rispettare senza timor della legge, né degli sbirri, che in Italia tengon luogo della legge, e della legge son più forti.
Imparate dai toscani a sputare in bocca ai potenti, ai Re, agli Imperatori, ai Vescovi, agli Inquisitori, ai Giudici, alle Signorie, ai cortigiani d’ogni specie, come si è sempre fatto in Toscana, e si fa tuttora.
Imparate dai toscani che “un uomo in bocca a un altro non si è mai visto ”, che “ un uomo vale un altro, e anche meno”.
Imparate dai toscani che non c’é nulla di sacro a questo mondo, fuorché l’umano, e che l’anima di un uomo è uguale a quella di un altro: e che basta sapersela tenere pulita, all’asciutto, che non pigli polvere nè umido, come sanno i toscani, che dell’anima propria son gelosissimi, e guai a chi gliela volesse sporcare, o umiliare, o ungere, o benedire, o impegnare, affittare, comprare; e che vi sono anime femmine e anime maschie, e che le anime dei toscani son maschie, come si vede da quelle che escon di bocca ai morti nel Camposanto di Pisa: il solo camposanto che sia al mondo, tutti gli altri son cimiteri.
Imparate dai toscani a non temer l’odio della gente, né l’invidia, il livore, la superbia, a non temer nemmeno l’amore.
Imparate a rispondere alla malvagità coi calci bassi, al sospetto con i morsi alla gola, ai baci sulla guancia con le dita negli occhi.

(Curzio Malaparte, MALEDETTI TOSCANI)

giovedì, luglio 26, 2007

Quotes

Ho un vizio.

Beh, in realtà ne ho più di uno.

Diciamo che quello più innocuo ed economico è scrivere su un file di word le frasi, i dialoghi o i paragrafi di libri, film, fumetti che mi colpiscono per i motivi più vari, soprattutto perchè mi riconosco in quanto scritto e vorrei averlo scritto io....

Magari non ve ne frega (giustamente) nulla, ma io un po' di quelle frasi le posto qua sotto:


Al principio fu creato l'Universo. Questo fatto ha sconcertato non poche persone ed è stato considerato dai più come una cattiva mossa.

(Douglas Adams, RISTORANTE AL TERMINE DELL'UNIVERSO, pag. 3)

Dio non è morto. Sta solo cercando un posteggio.

(Woody Allen)

Sono ottimista. Un giorno la terra servirà a concimare un pianeta lontano.

(Altan)


Non prendete la vita troppo sul serio, comunque vada non ne uscirete vivi.

(Anonimo)

The friends who met here and embraced are gone, Each to his own mistake;

(Gli amici che si incontrarono qui e s'abbracciarono sono partiti,

Ciascuno verso il suo errore)

(W. H. Auden, THE CROSSROADS, in Ian McEwan, "Amsterdam")


E' per questa ragione che l'amore è così disperatamente cercato e così abilmente evitato. L'amore toglie le maschere senza le quali temiamo di non poter vivere e dietro le quali sappiamo di non poter vivere.

(James Baldwin, LA PROSSIMA VOLTA IL FUOCO, pag. 38)

Dio era la penultima persona cui avrei chiesto consiglio.

(Colin Bateman, L'ORGIA DI JACK, pag. 227)

L'idea di Dio, un essere onniscente, onnipotente, e che inoltre ci ama, è una delle più azzardate creazioni della letteratura fantastica.

(Jorge Luis Borges, A/Z)

"Se Dio esiste deve essere un tipo molto distratto."

(Kenneth Branagh, GLI AMICI DI PETER, Gran Bretagna 1992, r.: Kenneth Branagh)

"Dio, non credo che tu esista, e penso che se esistessi saresti un'entità impersonale che vede il passero cadere ma non interviene né su richiesta né in qualsiasi altro modo. Se mi sbaglio, mi dispiace. E nel caso che mi sbagli, ti prego di...."

(Fredric Brown, PROGETTO GIOVE, pag. 107)

Io col passato ho rapporti di tipo vizioso, e lo imbalsamo in me, lo accarezzo senza posa, come taluno fa coi cadaveri amati. Le strategie per possederlo sono le solite, e le adopero tutt'e due. Dapprincipio mi visito da forestiero turista, con agio, sostando davanti a ogni cocciopesto, a ogni anticaglia regale; bracconiere di ricordi, non voglio spaventare la selvaggina. Poi metto da parte le lusinghe, l'educazione, lancio a ritroso dentro me stesso occhi crudeli di Parto, lesti a cogliere e a fuggire. Degli attimi che dissotterro - quanti ne ho vissuti apposta per potermeli ricordare! - non so cavare pensieri (...). Ma bagliori, invece... bagliori di luce e ombra, e quell'odore di accaduto, rimasto nascosto con milioni d'altri per anni e anni in un castone invisibile, quassopra, dietro la fronte... Sento a volte che basterebbe un niente, un filo di forza in più o un demone suggeritore, e sforzerei il muro, otterrei, io che il Non Essere indigna e l'Essere intimidisce, il Miracolo del Bis, il bellissimo Riessere...

(Gesualdo Bufalino, DICERIA DELL'UNTORE, pag. 111-112)

Mi sono sempre piaciute, le gambe. E' stata la prima cosa che ho visto quando sono nato. Ma allora stavo cercando di uscire. Da quel momento in poi ho sempre tentato di andare nell'altra direzione, ma con fortuna piuttosto scarsa.

(Charles Bukowski, PULP, pag. 11)

Era una bionda. Una bionda da indurre un vescovo a fare un buco in una vetrata colorata della sua chiesa.

(Raymond Chandler, ADDIO MIA AMATA, citato su National Geographic, vol. 5 n. 1, pag. 115)

Buffa cosa è la vita - quel misterioso accordo di logica implacabile impiegata per uno scopo futile.

(James Conrad, CUORE DI TENEBRA, pag. 89)

"Che hai fatto in tutti questi anni, Noodles?"

Robert De Niro: "Sono andato a letto presto."

(Robert De Niro, C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA, Italia\Usa 1984, r.: Sergio Leone)

Rendeteci gli dei del paganesimo. Adoreremo volentieri Giove, Ercole o Pallade, ma non vogliamo più saperne di quel fantomatico autore di un universo che si muove da solo, non vogliamo più saperne di un dio senza estensione che però riempie tutto della sua immensità, di un dio onnipotente che non esegue mai ciò che desidera, di un essere eccezionalmente buono che produce solo degli infelici, di un essere amico dell'ordine ma nel cui regno tutto è disordine. No, non vogliamo più saperne di un dio che disturba la natura, padre di confusione, che induce l'uomo ad abbandonarsi agli orrori; un dio simile ci fa fremere di indignazione e lo releghiamo per sempre nell'oblio da cui l'infame Robespierre ha voluto farlo uscire.

(D. A .F. De Sade, LA FILOSOFIA NEL BOUDOIR, pag. 124 - 125)

Gli uomini si sono sempre sforzati di conservare il passato, di mantenerlo come vivo, e in questo non c'è niente di male. Altrimenti ci mancherebbe la continuità, avremmo solo l'istante. E l'istante, il presente, senza un passato, vuol dir poco o niente.

(Philip K. Dick, ILLUSIONE DI POTERE, pag. 24)

Reality is that which, when you stop believing in it, doesn't go away.

(La realtà è ciò che rimane quando smetti di crederci.)

(Philip K. Dick, RICORDI DI DOMANI, pag. 133)

"The basic tool for the manipulation of reality is the
manipulation of words. If you can control the meaning of words,
you can control the people who must use the words."
(Philip K .Dick)

"Le opinioni sono come le palle: ognuno ha le sue."

(Clint Eastwood, CORAGGIO FATTI AMMAZZARE, Usa 1983, r.: Clint Eastwood)

Il tempo presente è racchiuso nel tempo passato.

(T. S. Eliot, citato in Ian McEwan, "Bambini nel tempo")

Cristo è morto per i nostri peccati. Abbiamo il coraggio di rendere inutile il suo martirio non commettendone?

(Jules Feiffer)

Una volta il rimorso mi seguiva, ora mi precede.

(Ennio Flaiano)

Coraggio, il meglio è passato.

(Ennio Flaiano)

Anche il progresso, diventato vecchio e saggio, votò contro.

(Ennio Flaiano)

Leggere è niente, il difficile è dimenticare ciò che si è letto.

(Ennio Flaiano)

I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.

(Ennio Flaiano)

I grandi amori si annunciano in modo preciso, appena la vedi dici: chi è questa stronza?

(Ennio Flaiano)

Se i popoli si conoscessero meglio, si odierebbero di più.

(Ennio Flaiano)

Può anche capitare, per campare, di vendere il culo. L'importante è non vendere mai l'anima.

(Goffredo Fofi)

Io non mi amo. Ma chi non ama la gente come me è peggio di me.

(Giancarlo Fusco, PANORAMA n. 16\17,2000, pag. 215)


Lucifero: "Si servono del mio nome come se passassi tutto il giorno seduto sulle loro spalle, costringendoli a commettere azioni che altrimenti riterrebbero disgustose. 'Mi ha spinto il diavolo a farlo'. Non ho mai fatto fare niente a nessuno di loro. Mai. Vivono la loro vita. Io non vivo la loro vita al posto loro. E poi muoiono e vengono qui (avendo trasgredito quello che consideravano giusto) ed esigono che noi esaudiamo il loro desiderio di dolore e punizione. Non sono io a farli venire qui. Dicono che io vada in giro a comprare anime come una pescivendola il giorno del mercato, senza mai fermarsi a chiedersi il perché. Io non ho bisogno di anime. E come può uno possedere un'anima? No. Loro appartengono a se stessi... E' solo che odiano ammetterlo."

(Neil Gaiman, SANDMAN n. 23: "Season Of Mists, 2")

Death: "Gli attimi che non noti quando ti accadono... danno un significato a tutto il resto."

(Neil Gaiman, DEATH - THE TIME OF YOUR LIFE n. 3 of 3: "The Time of Your Life")

Rose Walker: (L'amore) "Ti rende così vulnerabile. Ti squarcia il petto, ti apre il cuore, e così qualcuno può entrarti dentro e rovinarti. Ti costruisci le tue difese. Ti fai la tua bella corazza, per anni, perchè nulla possa farti del male, e poi un idiota, uguale a tutti gli altri idioti del mondo, entra nella tua vita... E tu gli dai un pezzo di te, senza che lui te lo chieda. Lui fa qualcosa di stupido, tipo baciarti o sorriderti, e così la tua vita non ti appartiene più. L'amore ti rapisce. Ti entra dentro. Ti dilania lasciandoti a piangere al buio. E così una semplice frase come 'forse dovremmo solo essere amici' o 'come mi capisci' si trasforma in una scheggia che ti squarcia il cuore." (...) Fa male. Non solo nell' immaginazione. Non solo nel pensiero. E' un dolore dell'anima, del corpo, un dolore che ti penetra nel profondo e ti lacera. Niente dovrebbe poter fare tanto danno. Soprattutto l'amore."

(Neil Gaiman, SANDMAN n. 66: "The Kindly Ones, 10")

"Non siamo sulla terra per stare bene: non ci resta che innamorarci come stronzi. Il peggio di tutto."

(Hyppolite Girardot, UN MONDO SENZA PIETA', Fr 1989, r.: Eric Rochant)

Le mie idee religiose si limitano a questa assurda convinzione che Dio abbia creato l'uomo e viceversa.

(André Glucksmann)

Beati i maniaci poiché sono gli unici a possedere ancora un Dio

(Patrick Grainville, IL PARADISO DEGLI URAGANI)

Noi ragazzi Troll usavamo spesso questo motto: 'Prima vengo io, poi vengo di nuovo io, poi per un bel pezzo non viene nessuno, e alla fine vengono gli altri'.

(Georg Groddeck)

Di grande aiuto, in questa fase, la Madonna, intesa come tirare delle, anche nelle varianti un po' più sfumate dell' Imprecazione semplice, da Dio a Zio, da Madonna a Maremma, da Cane a Caio, Campo, Campanile, Campìsseri (variante toponima locale), Camposanto, ansietà Lai, Latte, Latte e Ova, Sul Ciuco, Serpe, Serpente, Brigadiere, Brigadiere delle Ferovie dello Stato e via e via in creatività e poesia. A madonne, è certo, si possono deviare i temporali: ci si siede sotto ad una pianta e si smadonna in direzione del fronte nuvoloso. Questo, dopo un po', capisce che non è aria e si allontana per scaricarsi in località di gente più pia e meno decisa.

(Francesco Guccini, CRONICHE EPAFANICHE, pagg. 11-12)

Non meraviglia quindi la storiella molto diffusa nei paesi anglosassoni, soprattutto negli Stati Uniti, secondo la quale Gesù sarebbe stato un italiano: non solo infatti visse con la famiglia fino ai trent'anni, ma credeva che sua madre fosse vergine e che suo padre fosse addirittura un dio.

(Giordano Bruno Guerri, ANTISTORIA DEGLI ITALIANI, pag. 10)

"Bella giornata, gli elefanti volano a Sud."

(Oliver Hardy, FLYING ELEPHANTS, Usa 1927, r.: Frank Butler)

"Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione... e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia... E' tempo di morire

(Rutger Hauer, BLADE RUNNER, Usa 1982, r.: Ridley Scott)

Gli effetti che derivano da una troppo costante ed intensa concentrazione sul male sono sempre disastrosi. Coloro che combattono, non per Dio in se stessi, ma contro il diavolo negli altri, non riescono mai a migliorare il mondo, ma o lo lasciano com'era, o qualche volta anche leggermente peggiore di com'era prima che cominciasse la crociata. Pensando principalmente al male noi tendiamo, per quanto eccellenti siano le nostre intenzioni, a creare occasioni perchè il male si manifesti.

(Aldous Huxley, I DIAVOLI DI LOUDOUN, pag. 237)

La frode, la violenza, l'invidia dominano sempre intorno a lui, sebbene egli sia onesto, pacifico e benevolente; e gli onesti, che ancora gli è dato di incontrare, malgrado tutto il loro diritto di essere felici, sono sottoposti dalla natura, che non fa tali considerazioni, a tutti i mali della miseria e della malattia e ad una morte prematura come gli altri animali della terra. E rimangono sottoposti a tutti i mali finché un vasto sepolcro li inghiotte tutti insieme (onesti e disonesti, non importa) e li rigetta, essi che si erano creduti il fine ultimo della creazione, nell'abisso del cieco caos della materia da cui erano usciti.

(Immanuel Kant, citato in Tim Willocks in "Il fine ultimo della Creazione", pag. 100)

La vita va capita all'indietro, ma vissuta in avanti.

(Soren Kierkegaard)

Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perchè egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà su di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno, su coloro che si proveranno ad ammorbare ed infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te.

(Samuel L. Jackson, PULP FICTION, Usa 1994, r.: Quentin Tarantino)

Come disse il saggio, a tenerci giù non è la forza di gravità, ma l'attrito; perchè la Terra è una fregatura.

(Stephen King, I VENDICATORI, pag. 225)

Alcuni pensano che io sia una persona orribile, ma non è vero. Ho il cuore di un ragazzino - in un vaso sulla scrivania.

(Stephen King)

SI …VAFFANCULO ANCHE TU.

AFFANCULO IO? AFFANCULO TU! TU E TUTTA QUESTA MERDA DI CITTA' E DI CHI CI ABITA.
IN CULO AI MENDICANTI CHE MI CHIEDONO SOLDI E CHE MI RIDONO ALLE SPALLE.

IN CULO AI LAVAVETRI CHE MI SPORCANO IL VETRO PULITO DELLA MACCHINA.
IN CULO AI SIKH E AI PAKISTANI, CHE VANNO PER LE STRADE A PALLA COI LORO TAXI DECREPITI…PUZZANO DI CURRY DA TUTTI I PORI, MI MANDANO IN PARANOIA LE NARICI…ASPIRANTI TERRORISTI, E RALLENTATE, CAZZO!

IN CULO AI RAGAZZI DI CHELSEA, CON IL TORACE DEPILATO E I BICIPITI POMPATI, CHE SE LO SUCCHIANO A VICENDA NEI MIEI PARCHI, E TE LO SBATTONO IN FACCIA SU GAY CHANNEL.

IN CULO AI BOTTEGARI COREANI, CON LA LORO PIRAMIDE DI FRUTTA TROPPO CARA, CON I LORO FIORI AVVOLTI NELLA PLASTICA: SONO QUI DA 10 ANNI E NON SANNO METTERE DUE PAROLE INSIEME.

IN CULO AI RUSSI DI BRIGHTON BEACH, MAFIOSI E VIOLENTI, SEDUTI NEI BAR A SORSEGGIARE I LORO TE' CON UNA ZOLLETTA DI ZUCCHERO TRA I DENTI, RUBANO, IMBROGLIANO E COSPIRANO… TORNATEVENE DA DOVE CAZZO SIETE VENUTI!
IN CULO AGLI EBREI ORTODOSSI, CHE VANNO SU E GIU' PER LA 47ESIMA NEI LORO SOPRABITI IMBIANCATI DI FORFORA A VENDERE DIAMANTI DEL SUDAFRICA DELL'APARTHEID.
IN CULO AGLI AGENTE DI BORSA DI WALL STREET, CHE PENSANO DI ESSERE I PADRONI DELL'UNIVERSO; QUEI FIGLI DI PUTTANA SI VESTONO COME MICHAEL DOUGLAS/GORDON GEKKO E PENSANO A NUOVI MODI PER DERUBARE LA POVERA GENTE CHE LAVORA. SBATTETE DENTRO QUEGLI STRONZI DELLA ENRON A MARCIRE PER TUTTA LA VITA… E BUSH E CHANEY NON SAPEVANO NIENTE DI QUEL CASINO !? MA FATEMI IL CAZZO DI PIACERE!
IN CULO ALLA TYCO, ALLA IMCLONE, ALL'ADELPHIA, ALLA WORLDCOM.

IN CULO AI PORTORICANI: VENTI IN UNA MACCHINA, E FANNO CRESCERE LE SPESE DELL'ASSISTENZA SOCIALE… E NON FATEMI PARLARE DI QUEI PAPPONI DEI DOMINICANI: AL LORO CONFRONTO I PORTORICANI SONO PROPRIO DEI FENOMENI.

IN CULO AGLI ITALIANI DI BENSON HURST CON I LORO CAPELLI IMPOMATATI, LE LORO TUTE DI NYLON, LE LORO MEDAGLIETTE DI SANT'ANTONIO, CHE AGITANO LA LORO MAZZA DA BASEBALL FIRMATA JASON GIAMBI, SPERANDO IN UN'AUDIZIONE PER I SOPRANO.
IN CULO ALLE SIGNORE DELL'UPPER EAST SIDE, CON I LORO FOULARD DI HERMESSE E I LORO CARCIOFI DI CALDUCCI DA 50 DOLLARI: CON LE LORO FACCE POMPATE DI SILICONE E TRUCCATE, LIFTATE E LACCATE… NON RIUSCITE A INGANNARE NESSUNO VECCHE BEFANE!
IN CULO AI NEGRI DI HARLEM. NON PASSANO MAI LA PALLA, NON VOGLIONO GIOCARE IN DIFESA, FANNO CINQUE PASSI PER ARRIVARE SOTTO CANESTRO, POI SI GIRANO E DANNO LA COLPA AL RAZZISMO DEI BIANCHI. LA SCHIAVITU' E' FINITA CENTOTRENTASETTE ANNI FA. E MUOVETE LE CHIAPPE, E' ORA!
IN CULO AI POLIZIOTTI CORROTTI CHE IMPALANO I POVERI CRISTI E LI CRIVELLANO CON QUARANTUNO PROIETTILI, NASCOSTI DIETRO IL LORO MURO DI OMERTA'. AVETE TRADITO LA NOSTRA FIDUCIA!

IN CULO AI PRETI CHE METTONO LE MANI NEI PANTALONI DI BAMBINI INNOCENTI.
IN CULO ALLA CHIESA CHE LI PROTEGGE, NON LIBERANDOCI DAL MALE.

E DATO CHE CI SIAMO, CI METTO ANCHE GESU' CRISTO. SE L'E' CAVATA CON POCO: UN GIORNO SULLA CROCE, UN WEEK-END ALL'INFERNO E POI GLI ALLELUJA DEGLI ANGELI PER IL RESTO DELL'ETERNITA'. PROVI A PASSARE SETTE ANNI NEL CARCERE DI OTISVILLE.
IN CULO A OSAMA BIN LADEN, AL QUAEDA E QUEI CAVERNICOLI RETROGRADI DEI FONDAMENTALISTI DI TUTTO IL MONDO. IN NOME DELLE MIGLIAIA DI INNOCENTI ASSASSINATI, VI AUGURO DI PASSARE IL RESTO DELL'ETERNITA' CON LE VOSTRE SETTANTADUE PUTTANE AD ARROSTIRE A FUOCO LENTO ALL'INFERNO. STRONZI CAMMELLIERI CON L'ASCIUGAMANO IN TESTA, BACIATE LE MIE NOBILI PALLE IRLANDESI!
IN CULO A JACOB HELINSKI, LAMENTOSO E SCONTENTO.
IN CULO A FRANCIS SLAUGHTERRY, IL MIO MIGLIORE AMICO, CHE MI GIUDICA CON GLI OCCHI INCOLLATI SULLE CHIAPPE DELLA MIA RAGAZZA.
IN CULO A NATURELLE RIVIERA: LE HO DATTO LA MIA FIDUCIA E MI HA PUGNALATO ALLA SCHIENA, MI HA VENDUTO ALLA POLIZIA…MALEDETTA PUTTANA!

IN CULO A MIO PADRE, CON IL SUO INSAZIABILE DOLORE: BEVE ACQUA MINERALE DIETRO IL BANCONE DEL SUO BAR, VENDENDO WHISJY AI POMPIERI INNEGGIANDO AI BRONX BOMBERS.

IN CULO A QUESTA CITTA' E A CHI CI ABITA. DALLE CASETTE A SCHIERA DI ASTORIA, AGLI ATTICI DI PARK AVENUE, DALLE CASE POPOLARI DEL BRONX AI LOFT DI SOHO, DAI PALAZZONI DI ALPHABET CITY ALLE CASE DI PIETRA DI PARK SLOPE E A QUELLE A DUE PIANI DI STATEN ISLAND. CHE UN TERREMOTO LA FACCIA CROLLARE. CHE GLI INCENDI LA DISTRUGGANO. CHE BRUCI FINO A DIVENTARE CENERE, E CHE LE ACQUE SI SOLLEVINO E SOMMERGANO QUESTA FOGNA INFESTATA DAI TOPI..

NO, NO, IN CULO A TE, MONTGOMERY BROGAN. AVEVI TUTTO E L'HAI BUTTATO VIA. BRUTTO TESTA DI CAZZO!

(Spike Lee, LA VENTICINQUESIMA ORA)

Credo che nella vita di tutti ci siano dei momenti di particolare intensità durante i quali le passioni vengono scatenate con forza e violenza, e altri momenti che si ricordano con meno precisione.

(Joseph S. Le Fanu, CARMILLA)

"Se cominciassi a pensare a questi come i migliori giorni della mia vita, ricordami di suicidarmi."

(Jason London, LA VITA E' UN SOGNO, Usa 1993, r.: RIchard Linkater)

Non si ha idea delle idee della gente senza idee.

(Leo Longanesi)


Nessuno si è mai ammazzato perchè non riusciva ad amare il prossimo suo come se stesso.

(Marcello Marchesi)

E’ sbagliato giudicare un uomo dalle persone che frequenta. Giuda, per esempio, aveva degli amici irreprensibili.

(Marcello Marchesi)

Grazie, ho passato una serata veramente meravigliosa. Ma non è questa.

(Groucho Marx)

Non dimentico mai una faccia, ma nel vostro caso farò un'eccezione.

(Groucho Marx)

Ogni cosa che glorifica Dio, nega l'uomo.

(Karl Marx)

E aveva creduto che il passato fosse morto. Quanto ci metteva un passato a morire?

(Richard Matheson, IO SONO LEGGENDA, pag. 174)

"Se questo mondo è tutto per i vincitori, che cosa rimane per i perdenti?"

Steve Mc Queen: "Qualcuno deve pur tener fermi i cavalli."

(Steve McQueen, L'ULTIMO BUSCADERO, Usa 1972, r.: Sam Peckinpah)

La vita non ha trame, sottotrame e svolgimenti. E' solo una grossa raccolta di finali sfilacciati e fili in sospeso che non vengono spiegati mai.

(Grant Morrison, ANIMAL MAN n. 26: "Deus Ex Machina")



Joker: “Riempite le Chiese di pensieri immondi.

Introducete l’onesto nella Casa Bianca.

Scrivete lettere in lingue morte a persone che non avete mai conosciuto!

Dipingete parole sconce sulle fronti dei bimbi!

Bruciate le vostre carte di credito, e indossate scarpe con i tacchi a spillo!

Le porte del manicomio si aprano!”

(Grant Morrison, ARKHAM ASYLUM)

Non combattere i mostri, se non vuoi diventare un mostro,

e se guardi nell'abisso, anche l'abisso guarda in te.

(Friedrich Wilhelm Nietzsche, citato in Alan Moore, "Watchmen", pag. 204)


"Se Dio mi voleva in pace, ci avrebbe pensato lui."

(Chris Penn, FRATELLI, USA 1996, r.: Abel Ferrara)


"Anche l'Inferno ha i suoi eroi."

(Roman Polanski, LA NONA PORTA, USA 1999, r.: Roman Polanski)

"Il tragico della vita è che tutti hanno le loro ragioni."

(Jean Renoir, LA REGOLA DEL GIOCO, Francia 1939, r.: Jean Renoir)

Lei si strinse nelle spalle, non per lui, ma per sé. "E' sempre così, con gli anni. Ogni nuovo anno ti mostra le due mani a questo modo...", distese davanti a sé le mani chiuse. "Ecco, scegli!". E le aprì. "E sono entrambe vuote. Si fa quel che si può. Ma la cosa amara è lottare.. e non salvare nessuno tranne noi stessi."

(Henry Roth, CHIAMALO SONNO, pag. 158)

Linus: "Le stelle cadenti non urlano."

(Charles M. Schulz)

Ormai sono sicuro che Dio esiste. Ora si tratta solo di trovarlo e riempirlo di botte.

(Tiziano Sclavi, NON E’ SUCCESSO NIENTE)

Riccardo III: "Oh, richiama indietro il giorno che fu ieri,

Comanda al tempo di tornare sui suoi passi."

(William Shakespeare, RICCARDO III, a. III, sc. 2, citato in Richard Matheson, "Appuntamento nel tempo")

L'uomo innamorato è l'unico che commette l'errore di credere che ci sia differenza tra una donna e le altre.

(George Bernard Shaw)

Amici? Tuoi amici? Se tu chiudi loro insieme in stanza senza cibo per una settimana... allora sì scopri cosa è amici!

(Art Spiegelman, MAUS. RACCONTO DI UN SOPRAVVISSUTO, vol. 1, pag. 5)

Il tuono è bello, il tuono è impressionante; ma è il lampo che fa tutto il lavoro.

(Mark Twain)

L'unico sport che ho praticato nella mia vita è andare ai funerali dei miei amici sportivi.

(Mark Twain)

Ovunque uno si trovi, e per quanta illuminazione ci sia intorno, i rapporti umani sono un casino.

(John Updike)

Dire idiozie oggi, quando tutti riflettono profondamente, rimane il solo mezzo per provare la propria libertà e indipendenza di pensiero.

(Boris Vian)

Noi diventiamo quel che facciamo finta di essere, sicchè dobbiamo stare molto attenti a quel che facciamo finta di essere.

(Kurt Vonnegut)

Stando sul limite si vedono un’infinità di cose che dal centro restano invisibili. (…) Cose grandi, mai sognate: chi sta sull’orlo le vede per primo.

(Kurt Vonnegut, PIANO INFINITO, pag. 93)

Calvin : "I rutti degli uccelli probabilmente sanno di insetti."

(Bill Watterson, CALVIN & HOBBES, su LINUS del luglio 1995)

"Quando incomincio a comportarmi come un cretino, niente al mondo può trattenermi."

(Orson Welles, LA SIGNORA DI SHANGAI, Usa 1947, r.: Orson Welles)

Roma può forse bruciare, ma l'orchestra di Nerone sta suonando magnificamente.

(Orson Welles)

"In Italia, sotto i Borgia, per trent'anni hanno avuto guerre, terrore, assassinii, massacri: e hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera, hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e cos'hanno prodotto: gli orologi a cucù."

(Orson Welles, IL TERZO UOMO, Usa 1949, r.: Carol Reed)





ogni tanto trovo anche qualche poesia che mi affascina, e la trascrivo nel solito file....



Senza titolo

(Carlo Monni, BERLINGUER TI VOGLIO BENE, Italia 1977, r.: Bertolucci)

Noi siamo quella razza che non sta troppo bene,

che 'l giorno salta ' fossi e la sera le cene.

Lo posso gridar forte, fino a diventar fioco:

noi siamo quella razza che tromba tanto poco.

Noi siamo quella razza che al cinema s'intasa

per veder donne ignude e farsi seghe a casa.

Eppure la natura ci insegna, sia sui monti sia a valle,

che si può nascer bruchi per diventar farfalle.

Ecco noi siamo quella razza che l'è tra le più strane,

che bruchi siamo nati e bruchi si rimane.

Quella razza siamo noi, è inutile far finta,

ci ha trombato la miseria e siamo rimasti incinta.



A THANKSGIVING PRAYER

(William Burroughs)

Grazie per il tacchino selvatico e per i colombi migratori,

destinati ad essere cagati da sani culi americani.

Grazie per un continente da saccheggiare e appestare.

Grazie per gli indiani, che fornivano quel minimo di pericolo e imprevisto.

Grazie per le grandi mandrie di bisonti da sterminare e scuoiare lasciando le carcasse a imputridire.

Grazie per le taglie su lupi e coyote.

Grazie per il sogno americano,

svilito e falsificato fino a che l'evidente menzogna non si è rivelata.

Grazie per il K.K.K.

Per gli sbirri ammazzanegri, che tastano le loro tacche.

Per le decorose bigotte

con quelle loro faccine grette, tese, acide, maligne.

Grazie per gli adesivi "Ammazza una checca per Cristo".

Grazie per l'AIDS di laboratorio.

Grazie per il proibizionismo

e per la crociata antidroga.

Grazie per un paese dove a nessuno è permesso farsi i cazzi suoi.

Grazie per una nazione di delatori.

Sì, grazie per tutti questi ricordi...

O.K., fate un po' vedere le braccia!

Siete sempre stati una seccatura, una rottura di coglioni, sempre.

Grazie per l'ultimo e più grande tradimento

dell'ultimo e più grande sogno dell'uomo.

LA BALLATA DI GESU' GIULLARE

(James Joyce, ULISSE, pagg. 26-27)

Sono il più gran fenomeno di cui si sia mai detto.

Ho per mamma un'ebrea, per babbo un uccelletto.

Per Beppe il falegname son di parer contrario,

Perciò beviamo a tutti, discepoli e Calvario.

A chi non crede ancora nell'esser mio divino

Non darò a bere gratis quando farò del vino

Ma dovrà bere l'acqua, e chiaro gli sarà

Che faccio, quando il vino in acqua tornerà.

Addio, cari. Scrivete quello ch' ho raccontato

E dite a Tizio e a Caio che son resuscitato.

Data la mia ascendenza certo volerò anch'io,

E sul monte Oliveto c'è vento... Addio, addio.

IO TI AMO

(Stefano Benni, BALLATE, pagg. 93-94)

Io ti amo

e se non ti basta

ruberò le stelle al cielo

per farne ghirlanda

e il cielo vuoto

non si lamenterà di ciò che ha perso

ché la tua bellezza sola

riempirà l'universo

Io ti amo

e se non ti basta

vuoterò il mare

e tutte le perle verrò a portare

davanti a te

e il mare non piangerà

di questo sgarbo

che onde a mille, e sirene

non hanno l'incanto

di un solo tuo sguardo

Io ti amo

e se non ti basta

solleverò i vulcani

e il loro fuoco metterò

nelle tue mani, e sarà ghiaccio

per il bruciare delle mie passioni

Io ti amo

e se non ti basta

anche le nuvole catturerò

e te le porterò domate

e su te piover dovranno

quando d'estate

per il caldo non dormi

E se non ti basta

perché il tempo si fermi

fermerò i pianeti in volo

e se non ti basta

vaffanculo



TANTE GRAZIE A FIRENZE

(Roberto Benigni, La Nazione, 13\10\1995)

Ho incontrato una sposa con du' sporte

passeggiando vicino all'Argin Grosso

e la mi fa: "l'ho vista ai palasporte

e manca poo mi sono pisciata addosso!"

Queste che qui son frasi strepitose

che mi stroncano di soddisfazione

perché per me far ridere le spose

l'è meglio che esser papa o faraone

Ai palasport ridevano sul serio

ridevano anche i cinesi a San Donnino

rideva i centro destra e Primicerio

fra gli zingari senza tesserino

Mi piace di Firenze ogni viuzza

ogni zolla che tocco il cor m'infiamma

ogni cosa che odoro, anche se puzza

per me profuma come la mi' mamma

Mi piace sia toscana la mi' vita

e ci ho un sogno rinchiuso nel cassetto

guardar Masaccio co' una ribollita

e Piero co' fagioli all'uccelletto

Salire in vetta a i campanil di Giotto

con Cavalcanti, e quando tutto è pronto

legger Guido, mangiare un lampredotto

e urlar forte: "Firenze, fammi i' conto!"

E la lingua toscana? M'appassiona!

Amo ogni frase di questa città

da "Amor c'ha nullo amato amar perdona"

a "Quella bucaiola di to mà!"

Grazie Firenze, proprio grazie tante

mi fermo perché il cuore mi rimbomba

e anche perché se mi sentisse Dante

e si rivolterebbe nella tomba.

IL CANTO DELL’ODIO

( Olindo Guerrini)

Quando tu dormirai dimenticata
Sotto la terra grassa
E la croce di Dio sarà piantata
Ritta sulla tua cassa,

Quando ti coleran marcie le gote
Entro i denti malfermi
E nelle occhiaie tue fetenti e vuote
Brulicheranno i vermi,

Per te quel sonno che per altri è pace
Sarà strazio novello
E un rimorso verrà freddo, tenace,
A morderti il cervello.

Un rimorso acutissimo ed atroce
Verrà nella tua fossa
A dispetto di Dio, della sua croce,
A rosicchiarti l'ossa.

Io sarò quel rimorso. Io te cercando
Entro la notte cupa,
Lamia che fugge il dì, verrò latrando
Come latra una lupa;

Io con quest'ugne scaverò la terra
Per te fatta letame
E il turpe legno schioderò che serra
La tua carogna infame.

Oh, come nel tuo core ancor vermiglio
Sazierò l'odio antico,
Oh, con che gioia affonderò l'artiglio
Nel tuo ventre impudico!

Sul tuo putrido ventre accoccolato
Io poserò in eterno,
Spettro della vendetta e del peccato,
Spavento dell'inferno:

Ed all'orecchio tuo che fu sì bello
Sussurrerò implacato
Detti che bruceranno il tuo cervello
Come un ferro infocato.

Quando tu mi dirai: perché mi mordi
E di velen m'imbevi?
Io ti risponderò: non ti ricordi
Che bei capelli avevi?

Non ti ricordi dei capelli biondi
Che ti coprian le spalle
E degli occhi nerissimi, profondi,
Pieni di fiamme gialle?

E delle audacie del tuo busto e della
Opulenza dell'anca?
Non ti ricordi più com'eri bella,
Provocatrice e bianca?

Ma non sei dunque tu che nudo il petto
Agli occhi altrui porgesti
E, spumante Licisca, entro al tuo letto
Passar la via facesti?

Ma non sei tu che agli ebbri ed ai soldati
Spalancasti le braccia,
Che discendesti a baci innominati
E a me ridesti in faccia?

Ed io t'amavo, ed io ti son caduto
Pregando innanzi e, vedi,
Quando tu mi guardavi, avrei voluto
Morir sotto a'tuoi piedi.

Perché negare - a me che pur t' amavo -
Uno sguardo gentile,
Quando per te mi sarei fatto schiavo,
Mi sarei fatto vile?

Perché m'hai detto no quando carponi
Misericordia chiesi,
E sulla strada intanto i tuoi lenoni
Aspettavan gl'Inglesi?

Hai riso? Senti! Dal sepolcro cavo
Questa tua rea carogna,
Nuda la carne tua che tanto amavo
L'inchiodo sulla gogna,

E son la gogna i versi ov'io ti danno
Al vituperio eterno,
A pene che rimpianger ti faranno
Le pene dell'inferno.

Qui rimorir ti faccio, o maledetta,
Piano a colpi di spillo,
E la vergogna tua, la mia vendetta
Tra gli occhi ti sigillo.