martedì, maggio 13, 2008

Ahmed l'ambulante

Qualche anno fa un amico, Fabiano Fedi, che all'epoca preparò il logo di Killer Elite e il mini-sito promozionale, disse a me e ai due Alessi, con cui stavamo lavorando appunto al primo Killer Elite, che gli sarebbe piaciuto disegnare una versione a fumetti di Ahmed l'ambulante, la poesia di Stefano Benni (dalla quale i Modena City Ramblers hanno tratto una splendida canzone).
Visto che adoro quella poesia, proposi a Fabiano di buttargli giù la sceneggiatura della trasposizione.
Dopo un paio di anni da quel momento, qualche mese fa Fabiano mi ha mandato le prime tavole a matita.
Visto che mi piace postare i work in progress, ecco qua la sceneggiatura e le tavole che mi ha mandato.

AHMED L’AMBULANTE

PAGINA 1

VIGNETTA 1

Vignetta a tutta striscia. Esterno notte. Nevica.

Panoramica di un portico nel centro di una grande città (tipo Firenze, Bologna, Torino). Poca gente imbacuccata in cappotti, pellicce, piumini, con sciarpe, cappelli e guanti cammina rapidamente senza far caso al tappeto dell’ambulante Ahmed, con sopra orologi, collanine, alcune statuette di ebano raffiguranti elefanti, giraffe, divinità africane.

TITOLO : AHMED L’AMBULANTE (da Stefano Benni)

DIDA: Quaranta notti nel gelo

Sotto un portico deserto

Ho venduto orologi

Alle stelle.

VIGNETTA 2

Piano americano dell’ambulante, seduto dietro al suo tappeto con la mercanzia. Ha un sorriso gentile sul volto, velato da uno sguardo leggermente triste.

In primo piano sulla sinistra della vignetta, una statua d’ebano raffigurante una splendida donna di colore, nuda, in piedi, con una lunga lancia in mano alla quale si appoggia. E’ Ashiwa, dea della notte.

VIGNETTA 3

Primissimo piano della statua. Si intravedono maggiori dettagli, i capezzoli, lo sguardo sereno.

DIDA: Ashiwa, dea della notte

Vieni a coprirmi d’oro

VIGNETTA 4

Primo piano dell’ambulante seduto con le gambe incrociate. Le mani appoggiate alle gambe.

DIDA: Ho braccialetti finti

Un anello per ogni mano

VIGNETTA 5

Primissimo piano del volto della statua. La bocca ha un sorriso enigmatico.

DIDA: Ma nessuna moglie.



PAGINA 2

VIGNETTA 1

A striscia intera come la prima vignetta di pag. 1. Notte.

Il portico è deserto, se si esclude un gruppetto di tre-quattro teppisti che, da sinistra, si stanno avvicinando all’ambulante, sulla destra della vignetta, sempre seduto a gambe incrociate davanti al tappeto.

DIDA: La quarantunesima notte

VIGNETTA 2

Piano medio dei teppisti. Sono ubriachi. Uno di loro, mentre guarda i suoi compagni con espressione divertita, indica verso destra, in direzione di Ahmed (che è fuori inquadratura).

DIDA: Vennero a portarmi via

VIGNETTA 3

Piano americano dei teppisti che, arrivati da Ahmend, lo maltrattano. Uno da’ calci alla statua di Ashiwa, che cade. Braccialetti ed altri ninnoli volano sollevati dal calcio. Ahmed cerca di alzarsi, riparandosi il volto con un braccio, mentre con l’altro si solleva. E’ visibilmente terrorizzato dall’improvvisa esplosione di violenza.

DIDA: Pestarono gli orologi

Sotto i piedi come conchiglie

VIGNETTA 4

Primo piano di Ashiwa, a terra, col suo sorriso enigmatico

DIDA: Ashiwa, dea della notte

VIGNETTA 5

Primo piano di Ahmed che prende un calcio in faccia

DIDA: Vieni a portarmi a casa

VIGNETTA 6

Inquadratura delle gambe dei teppisti, che hanno circondato Ahmed e lo stanno riempiendo di calci.

Ahmed è raggomitolato quasi in posizione fetale per coprirsi dai colpi. Ha un’espressione terrorizzata, la bocca spalancata in un muto urlo di dolore e disperazione.

DIDA (in alto a sinistra): Arriverò con la valigia piena

Di dolci e cravatte

DIDA (in basso a destra): Vedrò il mio villaggio

PAGINA 3

VIGNETTA 1
Primo piano dei volti dei teppisti che guardano verso il basso continuando a tirare calci ad Ahmed.

Hanno larghi sorrisi malvagi, pupille dilatate, ebbri di violenza.

DIDA: Così, per divertirsi

VIGNETTA 2

PP del volto di Ahmed pesto e sanguinante. Con le mani cerca di coprirsi il volto, la bocca spalancata dalla quale esce un fiotto di sangue, come anche dal naso. Una smorfia di dolore.

DIDA: O perché risposi male

VIGNETTA 3

Scontornata bianca. PM di uno dei teppisti che tira una bastonata ad Ahmed (fuori inquadratura). E’ ripreso di schiena mentre mena il fendente letale.

DIDA: Mi ruppero la testa

Con un bastone

VIGNETTA 4

PP della testa di Ahmed a terra. Ha gli occhi chiusi. Un rivolo di sangue gli esce dalla testa e gocciola sulla fronte.

Davanti a lui, in PPP, la testa della statua di Ashiwa, riversa a terra come quella di Ahmed.

DIDA: Ashiwa, dea della notte

Venne a liberarmi

VIGNETTA 5

PA dei teppisti che scappano verso destra, lasciando, sulla sinistra della vignetta, il corpo di Ahmed riverso sul tappeto, in mezzo alla sua mercanzia.

DIDA: Le tempie mi baciò

Le ferite guarirono

Loro non la videro


PAGINA 4

VIGNETTA 1

Vignetta a tutta striscia. Giorno.

Panoramica del portico simile a quella della prima vignetta di pagina 1.

Adesso il portico è pieno di curiosi, paramedici, poliziotti che delimitano la zona dove c’è il corpo di Ahmed.

Davanti al portico, sulla destra della vignetta, un’ambulanza col portellone posteriore aperto.

VIGNETTA 2

PA di due infermieri che portano la barella con sopra il corpo di Ahmed coperto da un lenzuolo. Il telo è macchiato di sangue in più punti, in particolare in prossimità della testa.

VIGNETTA 3

PP del lenzuolo sulla barella, nel punto che copre la testa di Ahmed.

DIDA: Non sono morto in un sacco di tela

VIGNETTA 4

PA di una pira funeraria in uno spiazzo nella savana. Sulla pira, ancora spenta, il corpo di Ahmed coperto da un lenzuolo come quello sulla barella.

DIDA: Ma su una grande pila d’ebano

In mezzo alla foresta

VIGNETTA 5

PM di un uomo di colore, vestito con un abito stile masai (o comunque guerriero africano), le braccia coperte di bracciali, che con una torica appicca il fuoco alla pira.

PAGINA 5

Splash page a tutta pagina.

La pira funeraria arde ed una nuvola di fumo, bianco all’altezza della pira e sempre più nero verso l’alto, si alza nel cielo.

Il fumo nero delinea l’immagine del volto di Ashiwa come è raffigurata nella statua.

Attorno alla pira, uomini donne e bambini ballano, cantano e suonano tamburi.

DIDA (in alto): E la mia gente ha cantato

DIDA (in basso): Per quaranta notti.