domenica, gennaio 21, 2007

Fili in sospeso, capitolo undicesimo

11.

Gli uomini si sono sempre sforzati di conservare il passato, di mantenerlo come vivo, e in questo non c'è niente di male. Altrimenti ci mancherebbe la continuità, avremmo solo l'istante. E l'istante, il presente, senza un passato, vuol dir poco o niente.

(Philip K. Dick)

Non riesco a dormire.

Sono le quattro e mezzo del mattino, sono sveglio da una ventina d'ore, dodici delle quali passate fra matrimonio, rinfresco e discoteca, ma non riesco a dormire. Ho riportato a casa Giorgia, sua cugina Patrizia e Marco, poi ho fatto tre volte il giro del paese in auto prima di passare davanti a casa, ma non mi sono fermato, ho continuato sulla strada che porta verso la fonte del Borbotto fino al punto in cui finisce l'asfalto, ho fatto inversione e soltanto allora mi sono deciso ad andare a letto.

Ma non riesco a dormire.

Sono sdraiato a letto, nel buio e nel silenzio più totali, e questa situazione di quasi completa privazione sensoriale permette al cervello di funzionare a pieno regime su altri sentieri. Ora si sta divertendo, scartabellando nei suoi archivi neuronici e tirando fuori ricordi polverosi dallo schedario contrassegnato con 'Giorgia'. Una tempesta bio-elettrica di ricordi, sensazioni, frammenti...

.....casa mia, a Castagno, una stanza buia, un camino acceso, mobili di formica, una poltrona, un televisore su un carrello, Hotel California degli Eagles dal radio-registratore sul tavolo, Giorgia e Matteo avvinghiati su una sedia, lontani dal camino, io guardo i ceppi che bruciano, le fiamme, la cenere e parlo con Giampiero, che guarda me, guarda loro, non capisce, fa per chiedermi qualcosa ma alzo il braccio, la mano aperta, 'lascia perdere', significa, 'non ti preoccupare', faccio finta che per me sia una storia passata, finita....

...Bologna, quartiere del Pilastro, l'inaugurazione di un centro commerciale, io, Carlo, Alessandro e Riccardo, mentre aspettiamo Giorgia, saliamo su un piccolo palco e in coro intoniamo una canzonaccia sconcia, lei esce proprio in quell'istante da un bar davanti al palco, ci vede, sgrana gli occhi, se li copre e rientra nel bar...

...e quell'anno che Giorgia portò Caroline a Castagno, era il 1987, ed ho ancora il suo indirizzo scritto su un pezzo del dépliant che pubblicizzava l'ennesima 'Estate musicale' organizzata da Don Bruno...

....stavolta la casa è la sua, ancora una stanza buia, un tavolo con un'incerata a quadretti rossi e bianchi, altri mobili da cucina in formica, sedie impagliate, un altro camino acceso, io seduto davanti al camino, Giorgia sopra le mie gambe, è il due gennaio e ci sono ricascato per la terza, quarta o quinta volta...

....un mese dopo, in treno a Bologna, ma non sono solo, anzi, ci sono Alessandro, Carlo, Matteo, Pietro, Tommaso e altri ancora, la giornata è divertente, prima in giro per Bologna, poi al McDonald's, infine a conoscere le amiche di Giorgia, una bella giornata davvero, ma non riesco a togliermi di dosso la sensazione di essere stato un imbecille....

...ai giardini pubblici, soli su una panchina, il sole che ci riscalda e le mie mani che si muovono dappertutto, entrano sotto la camicetta, poi scendono, si infilano sotto i suoi pantaloni, metà dita che riescono a superare anche l'elastico delle mutandine e la punta delle falangi che per un attimo arriva a toccare....

Non riesco a dormire.

Cazzo.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

Do Androids Dream of Electric Sheep?