giovedì, novembre 11, 2010

Degli stupidi il toscano ha ribrezzo

ogni tanto, quando leggo o discuto con un po' di gente, mi vien fuori di citare il buon Curzio...



Il sospetto e l'inimicizia degli altri popoli, italiani e stranieri, ci fanno senza dubbio onore, essendo segni manifesti di rispetto e di stima.
In una stagione, com'è questa, d'ipocrisia, di viltà, e di compromessi d'ogni specie, fa sempre onore, a un uomo o a un popolo, esser temuto e avversato.
Vi sono uomini e popoli che soffrono di non essere amati: son quelli che han natura femminile.
Ma una nazione forte, spregiudicata, ardita, qual è la nazione toscana, a cui nessuno ha mai voluto bene, e che da secoli è abituata al sospetto e all'invidia altrui, perché mai dovrebbe soffrirne? Tutto siamo, noi toscani, fuorché femmine.
E che gli altri non ci vogliano bene, diffidino di noi, abbiano gelosia e timore della nostra particolare intelligenza, del nostro modo di guardare il prossimo e riderne a bocca fredda (quando un altro, che non fosse toscano, ne piangerebbe), che tutti, insomma, siano sospettosi di quel che essi impropriamente chiamano il nostro cinismo, la nostra crudeltà, la nostra garbata arroganza, ci fa quasi piacere.
Anzi, per essere onesto, dirò che ne godiamo.
Ma quello di cui più godiamo è vedere come tutti, italiani e stranieri, si meraviglino del disprezzo col quale noi li ripaghiamo del sospetto e dell'inimicizia loro. Che non è un disprezzo nato a caso, né da ripicco o vanità; né da orgoglio: ma un disprezzo sentito, e risentito, allegro, ragionatissimo, e antico.
E basta guardare un toscano come cammina, per capire di che stoffa sia fatto il suo disprezzo.
Guardate come un toscano cammina. Cammina a testa ritta, col petto in fuori e le mele strette. Tira diritto guardando fisso davanti a sé, con quel risolino sulle labbra che par dipinto, tanto par vero.
Si direbbe che non guarda e non vede: come uomo che sta ai fatti suoi, e di quelli degli altri non s'impiccia. Eppure, così camminando a testa ritta, gli occhi fissi davanti a sé, guarda e vede tutto, né mai gli capita che guardi senza vedere, perché il toscano vede anche senza guardare. Non sorride per grata, amabile disposizione dell'animo, né per orgogliosa compassione: ma per malizia, e dirò, anzi, per spregio.
L'elemento fondamentale del suo carattere è, infatti, l'esser spregioso: il che nasce dal suo profondo disprezzo per le cose e i fatti degli uomini, s'intende degli altri uomini.
In se stesso il toscano ha fiducia, pur senza orgoglio, ma negli uomini, nella pianta uomo, no. In fondo, credo che disprezzi il genere umano, tutti gli esseri umani, maschi e femmine. E non per la loro cattiveria (al toscano non fan paura i cattivi), ma per la loro stupidità.
Degli stupidi il toscano ha ribrezzo, perché non si sa mai che cosa possa venir fuori da uno stupido.
Guarda, dico, come il toscano cammina: e ti avvedrai che cammina come se stesse sempre sulle sue, come uomo che sa, per antica esperienza, che la cosa più aborrita al mondo è l'intelligenza, e la più insidiata.



Che tutti gli italiani siano intelligenti, ma che i toscani siano di gran lunga più intelligenti di tutti gli altri italiani, è cosa che tutti sanno, ma che pochi vogliono ammettere.
Non so se per gelosia, o per ignoranza di quel che sia veramente l’intelligenza: la quale non è furbizia, come si crede comunemente in Italia, ma un modo di abbracciar con la mente le cose, di comprenderle, cioè, e di penetrarle, mentre la furbizia è soltanto quello che il battere delle ciglia è in confronto con lo sguardo. E chi negherà che noi toscani sappiamo entrar con gli occhi della mente in fondo alle cose, e guardar dentro? che siamo come quegli insetti che prendono il polline dai fiori maschi e lo portano ai fiori femmine? che noi portiamo l’intelligenza, come un polline, alle pietre, e ne facciamo nascere chiese e palazzi, torri maschi e piazze femmine? Chi negherà che l’intelligenza, in Toscana, ci sta di casa, e che anche gli scemi, che in casa d’altri son soltanto scemi, da noi sono intelligenti?



Quando i Toscani ti guardano, ti stanno giudicando. Non devono scoprire niente, perché sanno che sei fatto male, ma vogliono capire “di che sei fatto”.
[...]
I Toscani sono civili, non gentili. “A dirla tra noi, la gentilezza sta di casa soltanto a Siena. Altrove, nel resto della Toscana, è civiltà di modi, e non di voce, di piglio, di tono, di parole. Civiltà, non gentilezza: che son due cose diverse”.
[...]
Non salutano mai per primi nessuno, nemmeno in Paradiso. Dio è già preparato, è lui che viene a salutarti per primo, quand'è il momento, se sei toscano. Credono che non ci sia nulla di sacro, a questo mondo, fuorché l'umano, e che ogni anima sia uguale a un'altra. Basta tenerla asciutta. I Toscani fanno tutto a misura d'uomo, anche i miracoli dei santi. Non perdono mai di vista la “misura del mondo”, questo è il loro segreto.



p.s.: ovviamente Doctor Who non è di Galifrey, ma di Pontassieve.

2 commenti:

Amal ha detto...

ho visto sei messaggi subliminali in questo post.
il captcha è geniale.
gli accenti sono tutti corretti.

che devo dire?

preacher ha detto...

hai già detto tutto. e hai CAPITO tutto.